Auser Modena

Auser Mirandola per il progetto ‘Comunità amica della demenza’

Auser Mirandola per il progetto ‘Comunità amica della demenza’

Dieci volontari hanno partecipato al corso di Formazione promosso dal Servizio Distrettuale USL dei Disturbi Cognitivi

 

Mirandola (Modena) – Dieci volontari di Auser Mirandola hanno partecipato al corso di formazione promosso dal Servizio Distrettuale Usl dei Disturbi cognitivi nell’ambito del progetto ‘Comunità amica della demenza’, a cui nel 2021 ha aderito il Distretto sanitario di Mirandola comprendente i nove Comuni dell’Area nord.

Il corso ha consentito ai volontari di acquisire competenze sul come relazionarsi con le persone affette da disturbi cognitivi e le loro famiglie, ma anche su come riconoscere potenziali sintomi per poi segnalarli tempestivamente.

Una serie di conoscenze spendibili dai volontari in tutte le loro attività. In primo luogo durante i servizi di trasporto per anziani, ma anche nel servizio Filo d’Argento, numero verde attraverso cui persone fragili possono comunicare e uscire dalla solitudine.

Dal rapporto che si è instaurato con il Servizio Usl è nata anche una collaborazione per la quale un volontario di Auser farà parte del tavolo di lavoro distrettuale del ‘Dementia Friendly’, dove potrà portare il punto di vista dell’associazione su questa delicata tematica.

“Le persone con demenza e le loro famiglie spesso sperimentano un vissuto di vergogna ed isolamento, in quanto trovano difficoltà nel continuare a svolgere le attività di tutti i giorni a causa delle limitazioni legate ai deficit cognitivi, ma non solo, tendono a ridurre i contatti con gli amici, a frequentare meno i luoghi abituali, come negozi, bar e farmacie, perché si sentono inadeguati o non più in grado di svolgere i normali compiti della vita quotidiana – dice Maino Benatti, coordinatore Auser Mirandola -. Se invece la comunità si mostra attenta, consapevole e informata rispetto al tema della demenza, le persone e le loro famiglie si sentono maggiormente accolte, incluse e continuano ad essere partecipi alla vita di comunità; questo porta ad un miglioramento della loro qualità di vita e rende la comunità un gruppo partecipe, sensibile e inclusivo”.